VIDEOSORVEGLIANZA E SICUREZZA URBANA: ASSEGNATI DAL VIMINALE 17 MILIONI A 254 COMUNI
Con l’approvazione della graduatoria definitiva, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese assegna per il 2020 17 milioni di euro a 254 Comuni italiani. Videosorveglianza e Sicurezza Urbana rappresentano la priorità per la prevenzione ed il contrasto della criminalità diffusa e predatoria.
Fino ad esaurimento delle risorse finanziarie previste, verranno realizzati sistemi di videosorveglianza secondo i “Patti per l’attuazione della Sicurezza Urbana” firmati dal Prefetto e dal Sindaco (d.l. n. 14/207, convertito con la Legge n. 48/2017).
Per il biennio 2021/2022, si prevedono nuove procedure per oltre 60 milioni di euro.
La graduatoria è consultabile sul sito istituzionale della Polizia di Stato.
Tra i vari Comuni selezionati a cui assegnare finanziamenti statali per la realizzazione di nuovi sistemi di videosorveglianza, spiccano (per indice di criminalità elevatissima o elevata) Torino, Parma, Lecce, Modena, Novara, Massa, Padova.
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VIDEOSORVEGLIANZA E SICUREZZA URBANA: RISORSE ASSEGNATE A 254 COMUNI SU 2.265 richieste
I “Patti per l’attuazione della Sicurezza Urbana” non hanno nulla a che vedere con la vigilanza del traffico, i controlli delle targhe o le multe. L’obiettivo primario è vigilare sul crimine mettendo a disposizione più risorse per la Videosorveglianza. L’occhio dei sindaci si estende grazie a quelli elettronici che, prossimamente, si moltiplicheranno in alcuni Comuni italiani per prevenire e contrastare la criminalità diffusa e predatoria.
Il finanziamento statale per la rete di videosorveglianza non è stato assegnato a tutti i Comuni italiani, bensì a quelli entrati nella graduatoria del Viminale. Su 2.265 richieste e progetti candidati sono 254 i Comuni che si spartiranno i 17 milioni di euro assegnati dal Viminale.
La graduatoria definitiva risultante dalla procedura concorsuale indetta per assegnare i fondi disponibili per il 2020 si basa sulla valutazione di diversi criteri determinati dal ministro dell’Interno insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze il 27 maggio 2020. Tra i vari parametri, ritroviamo:
– l’indice di delittuosità comunale e provinciale;
– l’incidenza della criminalità:
– la popolazione;
– la situazione della sicurezza nell’area o aree che riguardano il singolo progetto;
– il livello progettuale della proposta di realizzazione del sistema di videosorveglianza.
GRADUATORIA DEFINITIVA: ALTRI CRITERI DI VALUTAZIONE PER L’ASSEGNAZIONE AI 254 COMUNI
Oltre ai criteri di valutazione appena elencati, sono stati necessariamente previsti:
– la sottoscrizione di un patto con la prefettura;
– l’approvazione del progetto da parte del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica;
– la non coincidenza del sistema di videosorveglianza proposto con altri sistemi realizzati in precedenza con finanziamenti pubblici erogati o concessi negli ultimi cinque anni;
– l’impegno da parte del Comune richiedente di registrare in bilancio gli importi necessari per la manutenzione degli impianti di videosorveglianza da realizzare.
E’ stato riservato un maggior punteggio ai piccoli Comuni. Inoltre, a parità di posizione nella graduatoria, è stata prevista una condizione di preferenza per gli enti con dichiarazione di dissesto nell’ultimo decennio e scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose sempre nell’ultimo decennio.
Per il biennio 2021 e 2022 le risorse statali previste, destinate alla videosorveglianza, superano complessivamente i 60 milioni di euro, rispettivamente 27 e 36 milioni (art. 35 quinquies del DL n.113/2018 convertito in Legge n.132/2018).
LEGGE N. 48/2017: “PATTI PER L’ATTUAZIONE DELLA SICUREZZA URBANA”
Le nuove risorse messe a disposizione dei 254 Comuni dal Viminale per la realizzazione di sistemi di videosorveglianza rappresentano i mezzi finanziari di un fine importante: il potenziamento della Sicurezza Urbana per una maggior efficacia della prevenzione e contrasto della criminalità diffusa e predatoria.
I ‘patti per l’attuazione della sicurezza urbana’ sottoscritti dal prefetto e dal sindaco richiamano il DL n. 14/207 convertito in Legge n. 48/2017 (“Disposizioni urgenti in materia di Sicurezza delle Città”).
Questa legge ha, di fatto, introdotto il concetto di sicurezza integrata (art.2), ovvero l’insieme di interventi congiunti tra Stato, Regioni e Comuni per favorire ed attuare, ognuno con le sue competenze e responsabilità, un sistema unitario di sicurezza e controllo. In questo ambito, l’obiettivo è favorire la collaborazione tra forze di Polizia Locali e Corpi. Collaborazione che si concretizza nello scambio informativo, nell’interconnessione tra le sale operative della Polizia locale e quelle delle forze di Polizia, nell’utilizzo comune di sistemi di sicurezza tecnologica per controllare attività ed aree a rischio.
La legge 48/2017 prevede la sottoscrizione tra il prefetto e il sindaco delle varie città di un patto per l’attuazione della sicurezza urbana che ha come obiettivi:
– promozione e tutela della legalità;
– prevenzione e contrasto alla criminalità diffusa e predatoria e ai disordini;
– rispetto del decoro urbano;
– promozione dell’inclusione, protezione e solidarietà sociale.
I poteri (e le responsabilità) del Sindaco vengono ampliati: può adottare ordinanze dirette a prevenire e contrastare situazioni di degrado, criminalità e illegalità.
E’ stato istituito anche un nuovo organo: il Comitato metropolitano che si aggiunge al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e che affianca il Sindaco.