ANCDV: CITTADINI COME SENSORI SUL TERRITORIO CON IL CONTROLLO DI VICINATO

Un “progetto fatto di persone per le persone, apolitico, apartitico, gratuito, a cui tutti possono partecipare”. Il Controllo di Vicinato non ha nulla a che vedere con le ronde selvagge. I cittadini che aderiscono a questo protocollo sono come ‘sensori’ di sicurezza che vigilano sul proprio territorio. In Italia, il CdV è nato alla fine del 2008. A distanza di 10 anni, il 16 maggio 2018, è stata costituita l’Associazione Nazionale Controllo di Vicinato (ANCDV), organizzazione di volontariato fondata, in gran parte, da coloro che 10 anni prima avevano portato nel nostro Paese l’esperienza del CdV ispirandosi al modello anglosassone del Neighbourhood Watch.

Tra i fondatori, emerge lui, il grande amico e comandante dott. Francesco Caccetta, criminologo e scrittore, presidente dell’INWA (Italian Neighbourdhood Watch Association), membro e cofondatore della European Neighbourhood Watch Association  (EUNWA). Lo stesso Francesco Caccetta, insieme a Leonardo Campanale e Gianfrancesco Caccia, nel 2015 fondarono l’ACDV (Associazione Controllo del Vicinato).

In 10 anni, il progetto CdV si è rapidamente e incredibilmente diffuso radicandosi in oltre 500 Comuni italiani con il coinvolgimento di centinaia di migliaia di famiglie in oltre 12 Regioni. Un successo reso possibile da centinaia di volontari, dal sostegno delle amministrazioni locali e delle Forze dell’Ordine.

Nel corso degli anni, la diffusione dei protocolli d’intesa CdV ha rafforzato la coesione sociale dei cittadini e la riduzione delle vulnerabilità. D’altra parte, però, tale diffusione ha portato alla crescita di tante ‘isole’ scollegate tra loro. Perciò, è nata la rete nazionale ANCDV, presieduta da Leonardo Campanale, una sorta di Controllo di Vicinato 2.0 comune a tutte le esperienze di CdV locali da organizzare, monitorare e migliorare.

Con grande piacere ed orgoglio, vi comunico che il sottoscritto Francesco Ciano è appena stato nominato Referente Regionale (Piemonte) dell’ANCDV.

GLI OBIETTIVI DELL’ANCDV

Nessun tesseramento, nessun obolo. La rete nazionale ANCDV, composta da volontari, è nata per migliorare l’interazione tra singoli cittadini, gruppi di CdV, amministrazioni ed associazioni locali, tutti uniti dalla stessa mission di sicurezza.

Tra i vari obiettivi, spicca per importanza la protezione delle fasce più deboli e vulnerabili (anziani, disabili, adolescenti).

La Sicurezza Partecipata è senso civico, contrasto alla microcriminalità ed ai truffatori, difesa dell’ambiente. Per senso civico, il vicinato dovrebbe segnalare anche casi di violenza domestica, in crescita esponenziale dal periodo di lockdown ad oggi.

L’associazione Nazionale Controllo di Vicinato ha uno Statuto, un Codice Etico, un Regolamento Interno ed un proprio Comitato Scientifico.

Collabora, oltre che con privati cittadini, anche con associazioni locali, aziende, enti pubblici e privati, con le Forze dell’Ordine e le Prefetture. Supporta la Polizia locale riguardo alla raccolta ed analisi di dati relativi a furti e truffe nel territorio di competenza.

La sua missione è promuovere la cultura della prevenzione passiva, della solidarietà sociale e della sicurezza partecipata dei cittadini. Contribuisce alla diffusione della cultura della legalità e della prevenzione anche nel mondo scolastico.

Un’importante funzione dell’ANCDV è la formazione (per i coordinatori dei gruppi di CdV) e l‘informazione (alle famiglie che aderiscono al progetto attraverso i coordinatori).

L’associazione aderisce all’EUNWA (European Neighbourhood Watch Association) che coordina le attività dei suoi membri europei definendo gli standard, scambiando informazioni ed esperienze.

Oggi, in Italia, si contano 1.914 gruppi di Controllo di Vicinato distribuiti in 468 Comuni che coinvolgono oltre 48.218 famiglie.

Secondo gli ultimi dati nei Comuni che hanno attivato la fase operativa, i furti sono diminuiti di circa l’80%

SICUREZZA PARTECIPATA ANTI-CRIMINE

Con la Legge n. 48/2017, il ministro dell’Interno Marco Minniti dispose la promozione di più elevati livelli di coesione sociale anche tramite sistemi di sorveglianza e monitoraggio attivo da parte di privati, associazioni di categoria, consorzi, comitati (residenti, imprese, professionisti).

Fu questa la benedizione ufficiale al programma CDV italiano ed inizia da questo primo grande passo a prendere forma il vero significato di Sicurezza Partecipata.

Applicato in modo corretto, il progetto di Sicurezza Partecipata funziona da ottimo deterrente anti-crimine.

Funziona perché nessuno meglio dei residenti può conoscere meglio le persone, i luoghi, le abitudini e la situazione della zona in cui vive o che frequenta. Conosce quel territorio come le sue tasche e meglio delle Forze dell’Ordine. Sono i custodi naturali del loro territorio e mettono a disposizione occhi ed orecchie per contribuire ad azzerare le vulnerabilità comportamentali ed ambientali, quelle di cui si nutrono generalmente ladri e malviventi.

Il CdV tende a  proteggere, innanzitutto, i soggetti più deboli della comunità come gli anziani, spesso vittime di truffe, raggiri. Gli anziani vanno informati e formati come gli altri cittadini, devono essere educati a difendersi, stimolati a partecipare alla vita di comunità senza isolarsi.

Con il Controllo di Vicinato gli italiani si riprendono i loro territori difendendoli dai reati predatori in stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine senza mai sostituirsi a loro. Il cittadino che aderisce al CdV “ascolta, osserva e chiama“. Segnala eventuali episodi di criminalità senza intervenire in caso di reato, senza fare indagini, pedinamenti. Non potrà mai rimpiazzare le Forze dell’Ordine nelle loro funzioni di repressione dei reati.

Queste aggregazioni spontanee di cittadini, che fanno parte dello stesso territorio, hanno imparato ad azzerare le vulnerabilità che danno modo a ladri e delinquenti di agire.

Il compito dei gruppi di Controllo di Vicinato è osservare le proprie vie, attenersi a precauzioni generali per tutelare le proprie abitazioni, segnalare persone e circostanze anomale o sospette alle Forze di Polizia. Ogni gruppo di CdV è tenuto ad apporre un cartello per indicare la sua presenza.

PERCHÉ HO ACCETTATO IL RUOLO DI REFERENTE REGIONALE DELL’ANCDV

In sintesi, la Sicurezza Partecipata tipica del Controllo di Vicinato ha 3 obiettivi:

– coesione sociale dei cittadini;

– segnalazione qualificata alle Forze dell’Ordine;

– azzeramento delle vulnerabilità comportamentali ed ambientali.

Tre obiettivi che mi coinvolgono da sempre, mi toccano da vicino e mi hanno spinto a diventare un esperto di sicurezza. E’ nel mio DNA, tocca le corde dei miei principi e ci credo.

Ricevere la nomina di Referente di Zona per la Regione Piemonte da parte del Consiglio Direttivo dell’ANCDV mi trasmette una gran voglia di fare e di ottenere risultati per il bene delle famiglie, degli anziani, della comunità piemontese.

Il mio compito consiste nel mantenere i rapporti, per nome e per conto di ANCDV, con le amministrazioni comunali, le Forze dell’Ordine, le associazioni e i media locali. Il Referente Regionale è il punto di riferimento per i Coordinatori e gli aderenti al Progetto CDV nella propria area di competenza.

Ringrazio il presidente Leonardo Campanale ed il Consiglio Direttivo dell’ANCDV per l’opportunità concessa e l’incarico fiduciario.