DECRETO MIGRANTI: BOZZA PER LA MODIFICA DEI DECRETI SICUREZZA
La maggioranza ha raggiunto un primo accordo per la correzione dei decreti Sicurezza voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. La bozza dell’accordo dovrebbe essere formalizzata a settembre con un decreto legge. Il decreto Migranti prevede diversi cambiamenti nel delicato momento di crisi economica legata alla pandemia Covid-19 che sta attraversando l’Italia.
Il nuovo testo arriverà solo dopo le elezioni regionali (25 settembre) per evitare che la Lega costruisca sui migranti l’intera campagna elettorale.
Ecco quali sono i cambiamenti previsti in un clima di incertezza, soprattutto riguardo ai Siproimi, i servizi per richiedenti asilo. Taglio sulle multe delle Ong, ritorno all’accoglienza diffusa nei Comuni, rimpatri ed altro ancora.
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DECRETO MIGRANTI: ECCO LE MODIFICHE
La bozza dell’intesa raggiunta dalla maggioranza, suscettibile di eventuali aggiustamenti, prevede le seguenti modifiche ai decreti Sicurezza:
– stop alle sanzioni amministrative per le navi delle Ong. Vengono mantenute le sanzioni penali da 10 mila e 50 mila euro. Le multe fino a un milione di euro verranno cancellate;
– le navi che effettuano salvataggi dovranno informare le autorità italiane mentre le navi straniere dovranno comunicarlo al proprio Paese di appartenenza;
– viene ripristinato il riferimento all’art. 1102 del Codice della navigazione che prevede l’arresto fino a 2 anni per il comandante che naviga in zone vietate;
– possibilità di iscrizione all’anagrafe comunale per i richiedenti asilo la cui negazione è incostituzionale per la Consulta in quanto viola il principio di uguaglianza;
– tempi di trattenimento nei Centri per il rimpatrio dimezzati (da 180 a 90 giorni);
– ripristino dell’accoglienza diffusa nei Comuni (rete Siproimi, ex Sprar) suddivisa in prima accoglienza ed integrazione: Salvini aveva limitato l’accoglienza ai soli rifugiati;
– possibile conversione dei permessi di soggiorno in permessi di lavoro;
– ritorno ad una protezione speciale simile a quella umanitaria. Verrebbero concessi permessi speciali a chi rischia di subire “trattamenti inumani e degradanti” nel proprio Paese, come pure a chi necessita di cure mediche o proviene da luoghi in cui sono avvenute gravi calamità;
– modifica della norma sull’oltraggio a pubblico ufficiale: l’abolizione della tenuità del fatto verrebbe limitata alle forze di polizia, non a tutti i pubblici ufficiali.
DICHIARAZIONI DI CONTE E DI MAIO
La bozza del decreto Migranti fa discutere.
Fuori luogo l’entusiasmo di Maurizio Martina del Pd: “La fine di qualsiasi criminalizzazione propagandistica delle Ong“.
Restiamo con i piedi per terra. Le multe penali rimangono e quattro navi di Ong sanzionate dalla Guardia costiera non possono operare.
La tesi di Giuseppe Conte si allinea a quella del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Dobbiamo intensificare i rimpatri. Non possiamo tollerare che si entri in Italia in modo irregolare e non possiamo permettere che i sacrifici siano vanificati. Dobbiamo contrastare i traffici da parte dei gruppi criminali“.
Di Maio spinge l’UE a dotarsi di una lista di Paesi sicuri “come fatto dall’Italia” per responsabilizzare tutti i membri dell’Unione Europea sul fronte dei rimpatri.
REAZIONI DURE DI ZAIA E FEDRIGA
Nel frattempo, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha osservato come i nuovi focolai di Coronavirus nelle caserme e nelle strutture per i migranti siano la prova che “devono essere mandati a casa“. “Se non avessimo queste strutture non avremmo avuto focolai”.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga reagisce male alle proteste dei migranti: “Basta compromessi: chi non vuole rispettare le regole, chi non vuole rispettare la quarantena si prende e si manda via“. “I migranti stamani sono arrivati perfino a lanciare sassi sui mezzi della Protezione civile. Siamo di fronte a una vergogna assoluta: pretendo dal Governo che chi si è reso protagonista di questa vicenda perda qualsiasi diritto di fare domanda come richiedente asilo. Se ne devono andare via ora e senza discutere. Per gli altri, è confermata la zona rossa visto che è stato trovato ieri un nuovo positivo“.
Per il governatore “Nessuna mediazione, serve il pugno di ferro. Vanno chiusi i confini e si devono rispedire indietro i migranti che giungono da altri paese europei“.
LA QUESTIONE RIMPATRI
Tra tanti commenti, entusiasti, prudenti e contrari, riportiamo la dichiarazione del capo politico del M5S Vito Crimi: “C’è stato un accordo tecnico ma dobbiamo trasmettere il messaggio che non ci saranno politiche più morbide. Il primo messaggio riguarda i rimpatri: i ministri dell’Interno e degli Esteri stanno lavorando su questo. Sono segnali che fanno capire che non si viene in Italia nella speranza di una sanatoria, non possiamo vanificare gli sforzi fatti”.
Dimezzare i tempi nei Centri per il rimpatrio preoccupa: non offre molte garanzie visto che i tempi dei rimpatri non sono rapidi.
A proposito di rimpatri, dei 13.710 arrivi in Italia al 31 luglio si contano 5.375 tunisini.
Nell’incontro tra il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ed il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, è stata confermata la ripresa dei rimpatri in Tunisia da agosto alla media di 80 alla settimana. In più, l’intenzione è quella di rilanciare un patto sull’immigrazione considerando l’accordo di Malta sui rimpatri e discutendo su un’eventuale modifica dell’accordo di Dublino.
La questione tunisina può essere risolta soltanto mettendo sul piatto ingenti risorse economiche: l’UE dovrebbe stanziarle per alcuni paesi africani come ha fatto con la Turchia (6 miliardi) allo scopo di bloccare i profughi siriani.
TENDOPOLI PER MIGRANTI IN SICILIA E LA NAVE QUARANTENA
Contrasto dell’immigrazione illegale e freno sulla diffusione del contagio da Coronavirus: sono questi i due problemi urgenti da affrontare.
Una nave della compagnia Grandi Navi Veloci giungerà prossimamente in Sicilia per ospitare in quarantena 600-700 migranti. Una nave più piccola verrà spostata in Calabria.
Secondo quanto ha riportato Nello Musumeci, presidente della Sicilia, il Ministero dell’Interno avrebbe ordinato “di allestire una tendopoli per centinaia di migranti nelle campagne tra Vizzini e Militello in Val di Catania”.
Una decisione osteggiata dal governo siciliano, mentre Matteo Salvini promette “Torneremo a blindare i porti”.
MIGRANTI SPARSI IN TUTTA ITALIA, SERVONO FONDI PER L’INTEGRAZIONE
La bozza del decreto Migranti è rimandata a settembre ma, come ha evidenziato Il Giornale, di fatto il governo giallorosso vuole spargere migranti in tutta Italia.
Se, da una parte, bisogna ancora decidere come rinominare i servizi per i richiedenti asilo (Siproimi), dall’altra è certo che la chiusura dei grandi centri temporanei voluta dal governo andrà ad incidere negativamente sulla popolazione e sull’amministrazione locale. Gli immigrati verranno dislocati nei piccoli Comuni creando il caos.
Prolificheranno tante piccole Lampedusa nei vari capoluoghi italiani: non basterà il supporto della Polizia locale per reggere l’impatto degli stranieri.
Ad oggi, gli immigrati identificati in Italia sono oltre 171 mila e ne arriveranno altri.
Cosa succederà quando il decreto Migranti verrà siglato? Se verrà confermata la possibilità di ottenere la carta di identità triennale, la PA verrà travolta da valanghe di ricorsi da parte di immigrati già insediati nell’accoglienza e di richiedenti asilo a cui non era stato concesso il documento di riconoscimento. Non verranno distinti i rifugiati già riconosciuti dai richiedenti della protezione internazionale. Questi ultimi dovrebbero essere trasferiti nelle strutture degli ex Sprar. Mancano i soldi, però, per l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati: 500 milioni all’anno per l’ex Sprar (diventato oggi Siproimi) secondo le passate esperienze.
Sempre dall’articolo de Il Giornale apprendiamo che non è escluso che il governo Conte 2 intenda usare una parte del Recovery fund per avviare le iniziative di integrazione.