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MAPPA DEL CRIMINE A TORINO DALLA STAMPA: DATI STATISTICI A CONFRONTO
I recenti dati statistici elaborati dalla Stampa e pubblicati il 2 luglio scorso presentano una mappa del crimine a Torino a sorpresa.
Apriamo e chiudiamo una parentesi: sorpresa per chi? Di certo non per i torinesi, che conoscono bene la realtà e la percezione di insicurezza’ che si respira nell’aria da tempo.
I dati della Stampa permettono di guardare il capoluogo piemontese con la lente d’ingrandimento per esplorare numeri e zone rosse per ciò che è attualmente la situazione della criminalità in città.
Tanto per cominciare, La Stampa individua due zone rosse ed un reato ogni 20 minuti.
Analizziamo i dati di questo recente studio e confrontiamoli con altri dati statistici precedenti come, ad esempio, quelli risultanti dall’Indice di criminalità 2019.
MAPPA DEL CRIMINE A TORINO: I DATI STATISTICI DELLA STAMPA
Un reato ogni 20 minuti: questa è la media riscontrata a Torino in termini di criminalità.
La Stampa individua due macchie infuocate, due zone rosse che segnalano prepotentemente aggressioni ed interventi a raffica delle forze di Polizia.
Barriera di Milano è l’epicentro consolidato di atti criminali e non sorprende.
Ciò che stupisce è l’elevata concentrazione di episodi nel centro di Torino. Il Centro è zona rossa del crimine: ci riferiamo a via Cavour, via Po, piazza Carlo Felice. La zona centrale della città (la porzione compresa tra il fiume Po e la stazione Porta Nuova) è l’area urbana dove si rileva il più alto tasso di reati (furti, scippi, lesioni), denunce ed arresti.
Ecco tutti i dati rilevati dalla Stampa nel solo mese di giugno a Torino:
– oltre 2400 reati commessi, in gran parte avvenuti nelle zone centrali e lungo l’asse di corso Giulio Cesare;
– 264 persone arrestate dalla Polizia di Stato (circa 9 arresti al giorno);
– 400 soggetti denunciati, segnalati all’autorità giudiziaria e non condotti in cella;
– i reati più diffusi sono spaccio di stupefacenti, furti, rapine e lesioni dolose.
E’ pur vero che l’attività di prevenzione e repressione del crimine è in costante crescita negli ultimi 3 anni (+20% di arresti). Dai 500 arresti nel 2015 si è passati ai 1870 nel 2019 ma, a quanto pare, non basta.
PENE RIDICOLE: AL MASSIMO UNA NOTTE IN CELLA
I delitti compiuti più di frequente nelle due zone rosse del crimine a Torino sono furti, violenze e spaccio. Reati legati alla microcriminalità per cui la legge prevede pene ridicole e, di certo, non repressive.
Gli inquirenti ammettono che i soggetti arrestati per questo tipo di reati “trascorrono al massimo una notte in carcere“.
Qualche tempo fa, durante un meeting a Torino tra il Ministro dell’Interno, il Prefetto ed i vertici della procura, era stata sollevata la questione dell’adeguatezza ed efficacia delle pene.
Il questore Giuseppe De Matteis aveva commentato così: contrastare la microcriminalità in queste condizioni è “come svuotare l’oceano con un secchio“.
IL DEGRADO NEL GIARDINO SAMBUY
Gli stessi rappresentanti di quartiere segnalano con forza il boom di reati che colpisce la zona centrale di Torino.
Qualche giorno fa, Thomas Ponte (capogruppo del Pd in Circoscrizione 1) ha presentato un’interpellanza. Ha denunciato degrado, risse e danneggiamenti nel giardino Sambuy e sotto portici di piazza Carlo Felice (la porta della città approdando in stazione).
“Nelle ore notturne i cancelli dei giardino restano aperti diventando meta di sbandati e teatro di episodi violenti” segnala Ponte. Un’edicola abbandonata, in questa zona, è diventata un vero e proprio dormitorio abusivo.
Thomas Ponte ha proposto di attivare la polizia municipale allo scopo di chiudere i cancelli di sera e di potenziare il monitoraggio dell’area.
IL COMMENTO DI UN TORINESE
Tra i commenti all’articolo pubblicato dalla Stampa, ne riportiamo uno che dipinge meglio di altri (e meglio di qualsiasi statistica) la situazione che si vive a Torino.
E’ il commento di un torinese assolutamente non sorpreso dai dati riportati dalla Stampa:
“Dopo il lockdown, ho ripreso a vivere la città nel quotidiano. Ho scoperto una Torino un po’ Bogotà e un po’ Haiti, non nel senso del sole e del mare ma di delinquenza e zone praticamente inaccessibili, con spacciatori, ladri, ubriaconi, bottiglie che volano. E’ tutta la zona che va da Lungodora Savona, Via Milano, Corso Giulio, tutta barriera. Invece, nell’altra parte di Torino (quella bella, crocetta e dintorni), trionfano quelli dell’est col SUV e la BMW coi loro intrallazzi. Tralasciando la delinquenza, siamo rimasti l’unico paese al mondo dove un nullafacente, stranieri senza documenti possono bellamente vivere tranquilli. E’ ovvio che poi dovranno trovare il modo per vivere. Quando dico l’unico paese al mondo non esagero e non mi riferisco all’Ungheria di Orban. Provate ad andare in Spagna senza soldi né meta, provate…”.
MAPPA DEL CRIMINE A TORINO: VELOCE RIPASSO DELL’INDICE DELLA CRIMINALITÀ SOLE 24 ORE
Facciamo un veloce ripasso della mappa risultante dall’Indice della Criminalità 2019 del Sole 24 Ore che si basa sui dati dell’anno 2018 forniti dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno. Concentriamo il nostro interesse sui dati riferiti a Torino che, come per ogni statistica, sono legati alle denunce effettive, non alla situazione reale vissuta in città.
Quanto ‘era’ sicura Torino nel 2018 secondo le statistiche?
Nel 2018, Torino si trovava in quinta posizione nella classifica nera della criminalità in Italia.
Riportiamo i dati 2018 sui reati più significativi:
– Reati complessivi: 128.186 (5.649,2 ogni 100 mila abitanti) con un calo del 6% rispetto all’anno precedente;
– Furti: 64.196 complessivi (-12%), con strappo 1.300 (-5%), con destrezza 13.937 (-13%), in abitazioni 9.754 (-7%), in esercizi commerciali 4.448 (-7%), di autovetture: 4.790 (-15%);
– Rapine: 1.986 (+3%);
– Estorsioni: 304 (-8%);
– Usura: 13 (-24%);
– Associazione per delinquere: 33 (+200%);
– Associazione di tipo mafioso: 1 (-);
– Riciclaggio e impiego di denaro: 49 (-18%);
– Stupefacenti: 1.560 (+3%);
– Violenze sessuali: 198% (+27%).
Analizzando questi dati (cui sfugge la percentuale di denunce mai fatte).
Torino registrava un calo generale dei reati del 6%, i furti in genere risultavano diminuiti del 12% rispetto al 2017.
Restano nell’ombra i fenomeni di microcriminalità che, per svariati motivi, sfuggono ai controlli o non comunicati né denunciati dalle vittime.
Raccomandiamo sempre a tutti di denunciare i reati subiti, al di là delle statistiche.
REPORT SULLA DELITTUOSITÀ IN TEMPI DI COVID-19 MARZO 2020
I dati più recenti riferiti dal Report sulla delittuosità in Italia in tempi di Covid si concentrano sul mese di marzo 2020, più precisamente dall’1 al 22 marzo. E’ stato elaborato dal Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza Direzione Centrale della Polizia Criminale.
In particolare, questo Report ha riferito un trend in calo (-24,6%) riguardo alle rapine nelle farmacie a livello nazionale. Un trend che, però, non ha trovato conferma in tutte le Regioni. Le rapine, a marzo 2020 (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) sono aumentate in Lombardia (da 11 a 14), Emilia Romagna (da 1 a 6), Piemonte (da 1 a 3), Sardegna (da 0 a 2), Toscana (da 1 a 2), Liguria (da 0 a 1).
Da questo Rapporto, dunque, si deduce che in Piemonte le rapine aumentano.
Il Piemonte si mantiene al quinto posto della classifica nera (in termini di maggior numero di reati commessi): dopo Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia, il Piemonte registra 4.354 reati complessivi solo a marzo di quest’anno.
MAPPA DEL CRIMINE A TORINO: RELAZIONE DELLA DIA SULLA FORTE PRESENZA DELLA ‘NDRANGHETA
A Torino, insieme al fenomeno fuori controllo della microcriminalità, esiste un’altra realtà non meno preoccupante: la forte presenza della ‘ndrangheta.
La conferma arriva a gennaio di quest’anno dalla Relazione semestrale della Dia (primo semestre 2019): “La provincia di Torino si presenta con un panorama criminale particolarmente complesso ed articolato, caratterizzato dalla presenza di gruppi criminali autoctoni e di matrice straniera che coesistono con la ‘ndrangheta, il sodalizio storicamente più radicato”.
Traffico di stupefacenti, armi, riciclaggio, estorsioni e furti, usura, acquisizione del controllo di attività economiche nel settore edilizio, dei trasporti, della ristorazione e bar, del commercio di automobili e delle macchinette da gioco. Nella fase post-Covid si temono le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale in tutta Italia, Torino inclusa.
Oltre alla ‘ndrangheta, in Piemonte sono presenti molti sodalizi stranieri come quelli di matrice albanese, romena e africana, in particolare nigeriana. Tra questi, i gruppi criminali romeni ed africani (soprattutto, nigeriani) agiscono nell’ambito della criminalità organizzata di tipo mafioso.
Il pericolo principale resta, comunque sia, la presenza della ‘ndrangheta a Torino.
2 Commenti.
[…] per ripristinare l’ordine e la sicurezza in Barriera di Milano e Aurora. Si tratta di due quartieri di Torino colpiti da tempo da fenomeni di microcriminalità, spaccio di droga, atti di vandalismo e, più di recente, rivolte di […]
Ricordo che un tempo si diceva “arriva la celere” che quando incontrava qualche nullafacente per le strade li caricava direttamente e via. Si dovrebbe ripristinare il reato di immigrazione clandestina con pene certe assolutamente e costruire nuovi carceri dedicate: minimo 5 anni di carcere senza appello e senza riduzioni di pena. Purtroppo il nostro codice penale permette offese e insulti alle forze dell’ordine senza particolari pene. Devono permettere alle forze dell’ordine di sparare per legittima difesa senza timore di essere accusati.