SICUREZZA NELLE BANCHE:

RAPPORTO ABI, IN 5 ANNI RAPINE IN CALO DEL 70%

 

Negli ultimi 5 anni (tra il 2013 e il 2017), la sicurezza nelle banche è aumentata vertiginosamente: si registra un calo di rapine del 70%. A confermalo è l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) che ha investito oltre 3 miliardi di euro nell’ultimo quinquennio proprio per la sicurezza (circa 645 milioni all’anno).

Grazie a questo colossale investimento sono stati adottati e messi a punto strumenti per assicurare ai clienti filiali via, via sempre più sicure, misure di protezione più efficaci con specifica formazione dei dipendenti bancari.

Ha contribuito non poco ai risultati una collaborazione sempre più stretta (incluso lo scambio di dati) con le Forze dell’Ordine.

Scopriamo meglio come si è evoluta la sicurezza delle banche negli ultimi 10 anni.

STUDIO ABI SULLA SICUREZZA NELLE BANCHE E NON SOLO

Nel corso della sua indagine, Abi ha voluto analizzare l’andamento delle rapine non soltanto nelle banche ma anche in certi comparti particolarmente esposti al fenomeno.

Dal più recente Rapporto Intersettoriale Ossif sulla Criminalità Predatoria (Centro di Ricerca Abi su Sicurezza Anticrimine) si apprende che, in cinque anni, le rapine sono calate del:

  • 46% negli uffici postali e farmacie;
  • 42% nei distributori di carburante;
  • 34% negli esercizi commerciali;
  • 31% nei locali ed esercizi pubblici;
  • 28% nelle tabaccherie.

Questa indagine è stata condotta in collaborazione col Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno. Allo studio hanno partecipato Assovalori, Confcommercio, Federazione Italiana Tabaccai, Federdistribuzione, Federfarma, Poste Italiane e Unione Petrolifera.

I dati, come per qualsiasi rapporto statistico, si riferiscono a rapine regolarmente denunciate all’Autorità Giudiziaria.

SICUREZZA NELLE BANCHE: RISULTATI NEI PRIMI 9 MESI DEL 2018

 I dati dei primi nove mesi dell’anno appena trascorso hanno confermato il giusto premio agli investimenti sulla sicurezza effettuati dalle banche italiane.

Ossif (Centro di ricerca Abi in materia di sicurezza) ha fotografato il fenomeno delle rapine in banca nei primi tre trimestri del 2018. Dall’analisi risultano 134 colpi compiuti allo sportello con un calo del 28,7% rispetto ai 188 dello stesso periodo nel 2017. In netto calo anche l’indice di rischio (numero di rapine ogni 100 sportelli) che passa da 0,9 a 0,7.

Abi ha fatto di più. Ha mappato i risultati delle rapine in banca regione per regione.

 

MAPPA DELLE RAPINE NEI PRIMI 9 MESI 2018

 Ecco la mappa delle rapine in banca tracciata da Abi riferita ai primi nove mesi del 2018.

In calo le rapine nelle seguenti regioni:

  • Abruzzo (-66,7%, da 6 a 2);
  • Calabria (-50%, da 2 a 1);
  • Emilia Romagna (-50%, da 20 a 10);
  • Lazio (-27,3%, da 22 a 16);
  • Liguria (-50%, da 6 a 3);
  • Lombardia (-52%, da 25 a 12);
  • Marche (-20%, da 5 a 4);
  • Piemonte (-38,9%, da 18 a 11);
  • Puglia (-45,2%, da 31 a 17);
  • Toscana (- 12,5%, da 16 a 14);
  • Veneto (-28,6%, da 7 a 5).

In aumento le rapine in banca nelle seguenti regioni:

  • Campania (da 15 a 18);
  • Friuli Venezia Giulia (da 0 a una rapina);
  • Sicilia (da 9 a 13);
  • Trentino Alto Adige (da 0 a una rapina);
  • Umbria (da 3 a 4 rapine).

Record in Sardegna e Valle d’Aosta: nessun colpo registrato.

Restano invariate, rispetto all’anno precedente, le rapine in Basilicata (una) e in Molise (una).

 

SICUREZZA NELLE BANCHE: RAPPORTO OSSIF 2017

Facciamo un passo indietro, nel 2017.

I dati risultanti dal nono Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria realizzato da Ossif in collaborazione col Ministero dell’Interno sono stati resi noti alla fine di novembre scorso.

Lo studio analizza i colpi messi a segno nel 2017 in banche, uffici postali, farmacie, esercizi commerciali, locali, tabaccherie, esercizi pubblici, imprese della grande distribuzione, distributori di carburanti. Il maggior calo di rapine riguarda le banche: colpi ridotti del 31,7%.

Le rapine sono diminuite del 29,5% negli uffici postali, del 18,6% nelle farmacie, dell’11% nelle tabaccherie, del 7,4% nei locali/esercizi pubblici e del 6,8% negli esercizi commerciali.

 

CYBERCRIME: LA PREVENZIONE DELLE TRUFFE INFORMATICHE

La banca va online e le rapine pure. Mentre le rapine classiche sono, ormai, in via d’estinzione (crollate di oltre il 90% in 10 anni) crescono i crimini informatici che preoccupano non poco.

Il rapporto Clusit 2017 sulla sicurezza informatica ha indicato il settore bancario come il terzo più colpito in Italia dal cybercrime, con un aumento del 64% degli attacchi in un solo anno. Insomma, i rapinatori non si sono di certo estinti, il bottino diventa digitale e crescono le truffe informatiche.

Il 1° gennaio 2017, Abi ha istituito il Cert Finanziario, un organismo pubblico/privato creato per rafforzare la prevenzione e la risposta alle emergenze di tipo informatico per il settore bancario e finanziario. In termini di cybercrime, la collaborazione con la polizia postale rimane molto stretta.

Nel 2017, le banche italiane hanno investito oltre 300 milioni di euro per contrastare i crimini informatici attraverso formazione del personale, campagne di sensibilizzazione dei clienti, una costante azione di monitoraggio. Grazie a questo intenso lavoro ed alla collaborazione con le Forze dell’Ordine, il 95% delle operazioni fraudolente (phishing, malware) viene bloccato.

I clienti retail vittime di frode sono soltanto lo 0,0018% del totale di coloro che operano su home banking: in diminuzione considerando che, nel 2016, erano lo 0,002%.

 

VIDEOSORVEGLIANZA E ATTACCHI ‘IBRIDI’

Con il nuovo Protocollo di Intesa le banche si impegnano a censire gli attacchi realizzati con le nuove tecniche di cyber physical security, a segnalare nel database di Ossif tutti gli apparati di videosorveglianza presenti all’esterno delle filiali per eventuali richieste da parte delle Prefetture in termini di censimento, mappatura, georeferenziazione di tutti i sistemi di videosorveglianza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico a scopo preventivo e investigativo.

In riferimento ai crescenti attacchi agli ATM, emerge la necessità di dotare queste apparecchiature di almeno 3 sistemi di sicurezza.

Nel 2017, è stato evidenziato un nuovo tipo di attacco, quello ‘ibrido’. Si verifica quando, ad esempio, viene scardinato fisicamente un Atm e, allo stesso tempo, i malviventi agiscono attraverso i terminali informatici.

Oggi più che mai, cresce la necessità di rafforzare il rapporto di collaborazione tra istituti di credito e Forze dell’Ordine.

Francesco Ciano

 

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