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SICUREZZA DISCOTECHE IN ITALIA:
GIRO DI VITE PER LA TUTELA DEI RAGAZZI
All’indomani della tragedia di Corinaldo nell’Anconetano, sono in corso le indagini sul locale “Lanterna Azzurra” dove sono morti 5 ragazzini e una mamma di 39 anni durante un concerto. Gli inquirenti indagano e tutta Italia si interroga sulla questione Sicurezza discoteche.
Tutta colpa di un pazzo che spruzza spray orticante per creare panico, a scopo di rapina o per ‘vedere che effetto fa’? Non proprio, a detta del comandante provinciale dei vigili del fuoco Dino Poggiali secondo il quale una bomboletta spray non può provocare un danno simile. Diverse le falle di sicurezza nella discoteca Lanterna Azzurra, tra l’altro non dotata di telecamere di sorveglianza né all’interno né all’esterno.
L’effetto Corinaldo ha richiamato l’attenzione sulle misure di sicurezza, sui dispositivi d’intervento in caso di emergenza e necessità di evacuazione dai locali, ma anche sulla responsabilità dei gestori dei locali. Sono stati avviati controlli nelle discoteche in tutta Italia intensificati anche dal fatto che gli eventi in occasione delle feste natalizie e del Capodanno sono vicini. Sarà necessario verificare la regolarità dei locali per scongiurare altri drammi. Nel mirino la vendita di alcolici ai minori, spaccio e uso di droga, capienza dei locali. L’obiettivo è aumentare i controlli nei locali pubblici, verificare che nelle discoteche siano rispettate le norme di sicurezza e di garanzia delle vie di fuga in caso di panico collettivo o incendio.
Sicurezza discoteche: ‘ipotesi’ sulla tragedia alla Lanterna Azzurra
Più biglietti che posti, 1400 tagliandi venduti contro una capienza massima di 871 posti. Riguardo alla capienza del locale Lanterna Azzurra, il regolamento parla chiaro: possono entrare 120 spettatori ogni 100 metri quadrati. La sala da ballo principale misura circa 400 metri quadrati.
Più biglietti si vendono, più si incassa: stesso discorso per le consumazioni anche se non si potrebbero servire bevande alcoliche ai minorenni (pena multe salatissime, sospensione o revoca della licenza).
Tra l’altro, il locale non è dotato di telecamere di sorveglianza né all’interno né all’esterno.
Alla Lanterna Azzurra le uscite di sicurezza erano tre, ma tutti si sono ritrovati accalcati nello stesso punto. Chi dice che i buttafuori hanno tentato di trattenere all’interno i ragazzi e chi (il Questore di Ancona) sostiene che le porte siano state aperte anche se, poi, la calca si è riversata in unico punto creando un ‘effetto imbuto’ ostacolando l’uscita. Le balaustre dei ballatoi che portano alle uscite di sicurezza sono crollati facendo 6 morti. Ipotesi.
Una delle ipotesi degli inquirenti è che la tragedia sia stata provocata da una serie di concause tra cui una pessima gestione della sicurezza, affidata oltretutto a poche persone. Saranno gli inquirenti a ricostruire la dinamica dei fatti per avere un quadro più chiaro di quanto è successo.
La sicurezza discoteche viene garantita in Italia dal Tulps (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e da protocolli d’intesa territoriali che vi descriveremo più avanti.
Uno spray urticante può provocare un danno simile?
I vigili del fuoco sono stati tra i primi a giungere sul luogo del disastro.
Era presente anche il comandante provinciale dei vigili del fuoco Dino Poggiali secondo il quale una bomboletta spray non può provocare un danno simile, una reazione tale da mettere in fuga decine di persone per un senso di soffocamento.
Le tre porte di sicurezza (quella posteriore e le due laterali) erano spalancate, la ventilazione potrebbe aver liberato l’atmosfera considerando la bassa temperatura esterna.
Accordo Quadro nazionale del 21 giugno 2016
Lo spray urticante al peperoncino usato nelle discoteche non è una novità. In questo senso, ha fatto parlare di sé il Vox Club di Nonantola, il Kyi Clu di Baggiovara, l’Onyx club di Russi, il Mamamia di Senigallia ed altri ancora.
Con l’obiettivo di innalzare la sicurezza, i locali oggi più che mai dovranno adottare tutti gli strumenti necessari a garantire sicurezza in conformità al protocollo d’intesa siglato tra locali ed autorità nel 2016. Ci riferiamo all’Accordo Quadro nazionale sottoscritto il 21 giugno 2016 dal Ministro dell’interno e dalle Associazioni di categoria per garantire la sicurezza nelle discoteche e nei locali di pubblico intrattenimento. Tra le associazioni di categoria dei gestori delle discoteche e dei servizi di controllo nei locali di pubblico spettacolo, ricordiamo Fiepet Confesercenti, Silb Fipe, Silb Confcommercio, Assointrattenimento, Federlavoro e servizi Confcooperative e Federpol.
Tale Accordo, sottoscritto a livello nazionale, prevede l’elaborazione a livello territoriale di specifici Protocolli d’intesa tra le Prefetture ed i rappresentanti locali delle Associazioni di categoria. I gestori delle discoteche e gli operatori di settore che aderiscono a questi Protocolli si assumeranno gli impegni previsti. Ogni discoteca aderente al Protocollo d’Intesa riceve una sorta di ‘bollino blu’, un marchio di qualità del ‘divertimento sicuro’.
Cosa prevede l’Accordo Quadro nazionale?
Protocollo d’intesa per la sicurezza delle discoteche: cos’è e cosa prevede
L’accordo tra gestori di discoteche e Prefetture è un documento attraverso cui si individuano buone prassi da adottare in caso di pericolo, emergenze, situazioni sospette.
Prevede:
- Installazione ed implementazione di telecamere di videosorveglianza in ambienti esterni ed interni con la possibilità di monitorare costantemente le immagini da una sorta di sala regia;
- Eventuale utilizzo di metal detector;
- Un numero minimo di addetti ai servizi di controllo nei locali;
- Impegno da parte dei gestori a collaborare con le forze dell’ordine segnalando tempestivamente situazioni di pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico o di illegalità;
- Accesso negato e allontanamento dal locale di clienti potenzialmente pericolosi;
- Impegno da parte di almeno un addetto ai servizi di vigilanza di frequentare un corso di primo intervento sanitario alla Croce Rossa o simili;
- Corsi di formazione per la prevenzione dell’uso di droghe ed abuso di alcool non solo per gli addetti ai servizi di controllo ma anche per chi somministra le bevande nei locali;
- Campagne informative contro la violenza;
- Attività di contrasto a ‘rave’, feste non autorizzate e illegali, falsi circoli privati;
- Rispetto della capienza di persone all’interno del locale concordato con la Questura locale;
- Adozione di un codice di condotta per i frequentatori delle discoteche da affiggere all’ingresso dei locali.
I vari protocolli d’intesa siglati nelle varie province italiane si somigliano tutti: requisiti da rispettare in termini di capienza, uscite, percorsi di sicurezza, piani di evacuazione, decibel della musica, buttafuori, ecc.
Silb: Fabio Zambelli annuncia l’arrivo del Daspo per le discoteche
Una tra le più importanti Associazioni di categoria è il Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo). Il presidente provinciale di Reggio Emilia Fabio Zambelli, di recente, ha risposto alla domanda numero uno: a chi spetta la sorveglianza per garantire la sicurezza in discoteca o altri tipi di locali?
“Spetta ai gestori che devono rispettare le norme previste dalla legge in riferimento alla capienza degli spazi, aerazione, vie di fuga, impianti antincendio e allarmi, presenza di personale di vigilanza”.
Il punto è che chi è preposto alla sorveglianza delle discoteche non può vietare l’ingresso a determinare persone né tantomeno perquisire all’ingresso per impedire che qualcuno possa entrare con materiale potenzialmente pericoloso (spray urticanti o altro). Questo tipo di prevenzione possono svolgerla soltanto le Forze dell’Ordine.
Dopo la tragedia toccata a Lanterna Azzurra, l’associazione Silb sta pianificando a Reggio Emilia in accordo con Prefettura e Questura un Protocollo d’intesa che introduca il divieto d’ingresso a chi è stato già segnalato per episodi violenti o per aver creato problemi all’interno dei locali. Tutto questo allo scopo di tener fuori dai locali persone non gradite. Un po’ quello che succede negli stadi con il Daspo. L’accordo dovrebbe essere firmato a gennaio.
Sicurezza discoteche: giro di vite a Rimini e Mantova, tolleranza zero
In tema di Sicurezza discoteche, dopo quanto avvenuto a Corinaldo, il Questore di Rimini Maurizio Improta ha confermato tolleranza zero. Ha ribadito a tutti i gestori e titolari di discoteche di Rimini e provincia che ci sarà una stretta sui controlli di tutte le strutture, soprattutto sulle capienze nei locali. Occorrerebbe anche “aumentare i coefficienti legati alle uscite di sicurezza e ai metri quadrati equiparandoli a quelli europei (il doppio di quelli italiani)” ha aggiunto Gianni Indino, presidente del Silb.
Gli addetti alla sicurezza dovranno essere più riconoscibili indossando il gilet giallo fluo. Nei locali verranno trasmessi filmati che indicheranno chiaramente alle persone come muoversi e comportarsi in caso di emergenza.
Il Questore di Mantova Paolo Sartori non è da meno. Annuncia il giro di vite sui controlli nelle discoteche a tutela dei gestori. Secondo Sartori, non c’è bisogno di altre leggi, il punto è pretenderne il rispetto.
Vendita di alcool a minori, ingresso con bombolette di spray urticante, uscite di sicurezza non in regola, presenze in esubero rispetto alla capienza consentita non saranno più tollerati, verranno puniti severamente dalle forze dell’ordine e dalle autorità competenti. In pista anche cani antidroga tra i tavolini, controlli più serrati, stop alla musica e luci accese, metal detector all’ingresso, videosorveglianza, ingaggio di professionisti della sicurezza iscritti all’albo prefettizio, un braccialetto identificativo per i minorenni, la richiesta della carta d’identità ai banconi del bar.
Proposte per la Sicurezza discoteche
La tolleranza zero fa eco in altre città come Terni il cui prefetto De Biagi dice NO a sovraffollamento o somministrazione di alcolici a minori invitando i gestori ad una condivisione di responsabilità e richiamandoli ad osservare le regole.
La volontà di attuare maggiori controlli sia all’interno sia all’esterno dei locali è unanime anche in riferimento al contrasto di spaccio e consumo di stupefacenti, somministrazione di bevande alcoliche ai minori.
C’è chi chiede di intensificare all’interno dei locali campagne informative e di sensibilizzazione rivolte soprattutto ai giovanissimi per orientarli verso forme di divertimento ‘sano’. Chi chiede misure per la salute dei giovani e dei minori attraverso norme severe al fine di tutelarli (aria irrespirabile, fumo, stress visivo e uditivo), l’introduzione di un presidio all’ingresso per la perquisizione e sequestro di droghe e armi, un conteggio numerico certificato per rispettare la capienza del locale. E poi…
Dare più potere agli addetti alla sicurezza dei locali
Cinque ragazzini tra i 14 e i 16 anni e una mamma sono morti travolti dalla calca durante un fuggi fuggi generale a causa dell’utilizzo dello spray urticante durante un concerto.
La causa della tragedia avvenuta ad Ancona può essere attribuita all’esubero di capienza del locale ma non solo: sicuramente, è da ricercare nell’inadeguatezza della struttura o della gestione della discoteca. Chi organizza eventi deve possedere mezzi e strumenti necessari a garantire la sicurezza.
C’è una lacuna in tema di controllo all’ingresso. I ragazzi vengono controllati con il metal detector dal personale, si possono chiedere i documenti, di aprire borsa o zaino ma non possono essere perquisiti. Questa è una falla del sistema che soltanto la politica può risolvere. Manca, in effetti, una normativa che consenta più potere di controllo agli addetti alla sicurezza dei locali.
Mostrare le uscite di sicurezza come le hostess e gli steward negli aerei
Al Jux Tap di Sarzana (La Spezia) i dj hanno la sana abitudine di ricordare ai presenti, a mezzanotte e mezza in punto, dove si trovano le uscite di sicurezza più vicine da raggiungere in caso di necessità ed emergenza. Mai far accalcare le persone in un’unica uscita di sicurezza. Quando sono informate, le persone si muovono e si comportano con maggiore consapevolezza e lucidità davanti al pericolo.
Guardiamo, per l’ennesima volta, i visi delle giovanissime vittime, quello di una madre di 39 anni e non possiamo evitare di ripetere: “Non si può morire così”.
Francesco Ciano